L’Astenia Primaverile e l’Agopuntura

La primavera è la stagione connessa alla rinascita; le piante rifioriscono dopo la stagione invernale, alcuni animali escono dal letargo invernale e così anche le nostre energie tornano ad espandersi invece che a concentrarsi al nostro interno. L’organo deputato a questo a questo movimento di espansione verso l’esterno è il fegato. Questa “rinascita” richiede una notevole quantità di energia e se l’organismo e il fegato non sono in salute ed equilibrio, vista la richiesta, si viene a costituire un deficit di Qi ed una stasi di Qi di fegato.

Se abbiamo qualche disequilibrio, se il fegato è occupato a smaltire le tossine della nostra non impeccabile alimentazione invernale, ecco che la centralina metabolica del corpo si trova a dover affrontare più lavori in contemporanea e va in crisi.

Questa crisi si traduce spesso in una profonda astenia. Ricordiamoci che oltre ad essere la stagione in cui il fegato deve lavorare di più, la primavera è anche la stagione che segue l’inverno periodo in cui il Rene ha lavorato più di tutti gli altri organi. Anche il Rene ha un’importante azione depurativa ed è a fondamento delle energie di tutti gli altri organi.

La Medicina Occidentale come interpreta l’astenia primaverile?

In medicina occidentale sono stati identificati una serie di disturbi che vanno sotto l’acronimo di S.A.D. Disturbi Affettivi Stagionali. I sintomi peggiori si verificano al passaggio dall’inverno alla primavera, tuttavia possono verificarsi anche in Autunno. I principali sintomi sono tristezza, ansia, insonnia, astenia e calo della capacità di concentrazione.  Per comprendere la spiegazione della medicina occidentale dobbiamo prima conoscere 2 strutture.

  • Il nucleo soprachiasmatico.
  • L’epifisi. 

Il nucleo soprachiasmatico

E’ un minuscolo grumo di appena 20 mila cellule situato a livello ipotalamico. Esperimenti eseguiti nel 1972 su topi hanno dimostrato che se si distrugge il nucleo soprachiasmatico il ritmo sonno/veglia scompare. Se invece si trapianta il nucleo da un ratto all’altro, il ricevente prende il ritmo del ratto donatore. Dal nucleo partono segnali che vanno alla ghiandola pineale.

L'epifisi

E’ una ghiandola grande come un pisello, pesa mezzo grammo, è localizzata nella parete posteriore del terzo ventricolo cerebrale e produce la melatonina, un ormone con varie funzioni tra le quali c’è quella di regolare i ritmi circadiani. La melatonina può essere definito l’ormone del buio. Il Buio aumenta la produzione di melatonina. La Luce diminuisce la produzione di melatonina. Solo non esponendosi alla luce si produce melatonina (così come esponendosi alla luce si produce melanina). Nel passaggio dall’inverno all’estate il cambiamento più evidente è l’allungarsi delle giornate (+ arrivo dell’ora legale). Questo porta con sé anche l’aumentata esposizione alla luce. L’aumento dell’esposizione alla luce diminuisce la produzione di Melatonina. Si verificano quindi dei cambiamenti nell’orologio interno dell’organismo. E’ necessario circa un mese all’organismo per adattarsi ai cambiamenti. Studi scientifici hanno dimostrato come tanto alti livelli, che bassi livelli di Melatonina possano provocare sintomi quali stanchezza ed insonnia. Come aveva notato anche la medicina cinese questo non succede in tutti gli individui (o meglio in tutti vi è una fase di adattamento o un espandersi dell’energia), ma solo in alcuni soggetti (meno in equilibrio) questo comporta sintomi «patologici». Quindi stiamo parlando di un’esposizione ad uno Stress e della capacità di adattamento dell’organismo.

Quali sono le altre cause

Possono essere suddivise in tre tipologie:

  • Altre cause di stress.
  • Pregressi problemi di insonnia.
  • Stati di tossicità da cattiva alimentazione.

Anche il cambio della temperatura nel passaggio di stagione è in grado di esercitare influssi a livello ormonale.
Infatti lo stress indotto dal cambio di temperatura va ad agire a livello dell’ipofisi aumentando la produzione di ACTH (cosiddetto ormone dello stress) provocando ansia, irritabilità e nervosismo. Contemporaneamente si riduce la produzione di endorfine, abbassando quindi la soglia del dolore.

L’agopuntura è di prima scelta nel trattamento di queste sindromi proprio perché una delle sue funzioni specifiche è quella di aumentare i livelli di endorfine.
Per sostenere la funzione del fegato in primavera dovremo scegliere sapori che vadano a rinforzare l’azione epatica, sceglieremo quindi il piccante e il dolce che tonificano il Qi, armonizzano il fegato e permettono il movimento di espansione dell’energia verso la superficie tipico della stagione.

Per dolce ovviamente non si intende quello dello zucchero, quanto piuttosto quello di cereali e verdurariso, orzo, ceci e fagioli, spinaci, cavolfiore, barbabietola, carote, piselli, bietole.
Per piccante non si intende il piccante del peperoncino, quanto piuttosto quello che ritroviamo in cipolla, sedano, porro, finocchio e ravanello. Inoltre un’altra verdura molto consigliata è il carciofo che oltre ad aiutare l’attività epatica riesce anche a tonificare il rene (che è l’organo che ha lavorato di più nel periodo invernale) grazie alla suo sapore dolce/sapido.

Vale sempre la regola che passato l’inverno sarebbe meglio evitare tutti i cibi pesanti, grassi, fritti o eccessivamente caldi e scegliere invece verdure di colore verde (colore legato alla primavera ed al fegato).

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