Perchè spesso la nostra prima reazione di fronte alle difficoltà è quella di tirarci indietro o scappare?

Spesso di fronte ad un pericolo, ad una difficoltà o ad un cambiamento improvviso la nostra risposta automatica è quella di ritirarci, indietreggiare o scappare. Abbiamo scelto 3 verbi che esprimono movimento e che indicano il tentativo di Evitare il problema. Tuttavia cresciamo sentendoci dire che di fronte alle difficoltà ed alle paure non bisogna fuggire, bensì rimanere ben saldi ed affrontarle. Ma siamo effettivamente evoluti per affrontare le difficoltà o per scappare?

Prendendola un po’ alla larga, quando penso alla tematica del Vegetarianesimo, quello su cui mi sono spesso soffermato a ragionare fra me e me è il perché venga sentito maggiormente il legame affettivo nei confronti degli animali. La risposta va cercata nelle mirror cells e nell’empatia. Ciò che è più simile a noi e può essere compreso più facilmente è in grado di smuovere al nostro interno le emozioni ed i sentimenti.

Cosa ci rende più simili agli animali? Certo siamo filogeneticamente più vicini ai mammiferi o agli altri animali rispetto alle piante, ma qual è la caratteristica fondamentale che differenzia gli animali dalle piante? Penso che la risposta sia il MOVIMENTO.

Questa differenza fondamentale ne genera ovviamente molte altre tra le quali quella che mi sembra più importante è la risposta al pericolo

Stefano Mancuso nel suo libro Plant Revolution ci spiega in maniera chiarissima questa differenza.

La differenza fondamentale fra animali e piante è la contrapposizione fra concentrazione e distribuzione delle funzioni fisiologiche dell’organismo.

Gli animali che si sono evoluti potendosi muovere sulla terraferma hanno sviluppato un’organizzazione gerarchica dell’organismo. Questa organizzazione fa si che le funzioni siano concentrate in organi specifici e che i vari organi siano sottoposti al controllo del cervello (Organizzazione centralizzata). Questi organi se danneggiati possono provocare la morte dell’animale in quanto depositari di una funzione biologica fondamentale. Tuttavia l’organizzazione centralizzata e la capacità di movimento permettono all’animale di prendere decisioni rapide e di muoversi altrettanto rapidamente evitando nella maggior parte dei casi i pericoli.

A differenza degli animali le piante non potendosi muovere hanno evoluto un’architettura modulare distribuita. Tradotto le piante non concentrano le funzioni in organi specifici, ma le distribuiscono sull’intero corpo, di modo che un danno ad un’eventuale parte non provochi un rischio per la sopravvivenza della pianta stessa. Infatti, se la pianta avesse evoluto come gli animali il cervello, i polmoni, il fegato etc., non potendo fuggire, al primo attacco di un predatore (erbivoro), molto probabilmente soccomberebbe per il danno arrecato alle funzioni vitali.

La pianta quindi non si è evoluta per prendere decisioni rapide; nella sua sopravvivenza non è fondamentale la rapidità e la capacità di evitare il problema (non essendo dotata di movimento), quanto piuttosto la capacità di resistere ad un eventuale danno e di adattarsi.

Potendosi muovere, invece, gli animali hanno scelto la velocità, quindi un sistema che, pur essendo a rischio in caso di danno di una parte (organo), permetta decisioni rapide e quindi spesso di evitare il problema.

In effetti, negli animali, la famosa risposta Fight or Flight (combatti o fuggi) tende ad essere per lo più una risposta di fuga piuttosto che una di combattimento, a meno che un individuo non sia messo alle strette.

Questo forse ci spiega perché anche ai giorni nostri la nostra prima risposta (anche psicologica) di fronte ad una difficoltà sia quella di scappare o evitarla.

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